A proposito di ...Castagne
Quando si parla di Redipiano, questo piccolo paesino situato in alta collina, ad un'altezza di circa 850 m. s.l.m. ed incastonato in mezzo ad una moltitudine di castagneti, non si può, appunto non soffermarsi su questo frutto e su questa pianta così caratteristici e generosi.
Non a caso a Redipiano si svolge ogni anno una solenne e partecipata "FESTA della CASTAGNA" ( avrete modo di trovare in questo sito notizie dettagliate e immagini relative alla nostra Festa annuale autunnale).
Con la farina di castagno si riusciva a fare "u pane castagnizzu" che riusciva a sostituire alla grande il pane fatto con la farina di grano, senz'altro più saporito ma alquanto scarseggiante...
E poi le castagne venivano mangiate e gustate bollite o arrostite, le famose "roseddre" o caldarroste, infornate ("e ndrite") o addirittura veniva utilizzata per la preparazione di dolci o altre leccornie....
Venivano date in pasto ai maiali e tutti sappiamo quanto era fondamentale nell'economia familiare l'uccisione annuale "du puorcu" con tutti i relativi prodotti che se ne riuscivano a ricavare.
Per non parlare, poi, del legno del castagno che veniva utilizzato sia come mezzo di riscaldamento e sia come ottimo legname per fare mobili, infissi e altro ancora. Per le famiglie redipianesi di un tempo, ma anche per quelle di oggi, possiamo sicuramente affermare, che la castagna ha rappresentato un' autentica fonte di ricchezza se non addirittura di sopravvivenza per i molteplici utilizzi che se ne sono potuti fare.
Di seguito un breve introduzione fatta di notizie storiche e curiosità elaborata da Pietro Turano. Per chi vuole, può approfondire l'argomento scientificamente con la bella ed esaustiva relazione proposta da Salvatore Bennardo, brillante studente universitario presso la facoltà di Scienze Forestale di Reggio Calabria. (Vai all'articolo)
La castagna nei secoli
di Pietro Turano
Il papà delle castagne è l'albero del castagno. Esso è originario dell'Asia Minore e fu portato in Europa dai Romani, questo per rimanere nella storia più o meno recente, ma la presenza del castagno è certificata a circa 10.000 anni fa.
Vive bene nelle zone alpine e appenniniche, ama il sole ma sopporta bene anche le basse temperature invernali. Nel IV sec. a.C. Ippocrate, medico greco considerato il padre della medicina, parla di "noci piatte", Senofonte, storico greco alunno di Socrate, parla di "noce piatta senza fessure", e Teofrasto, filosofo e botanico greco discepolo di Aristotele, parla di "ghianda di Giove", ma tutti erano d'accordo che una volta giunta a maturazione la castagna offriva un buon valore nutritivo a quelle popolazioni. Catone il Censore, politico e scrittore romano, nel II sec. A.C. nel suo trattato De Agricoltura parla di "noci nude". Veniva, tuttavia, ancora, considerato un frutto selvatico, anche se qualcuno affermava che fra tutti i frutti selvatici di allora era l'unico che riusciva a dare al corpo un nutrimento "degno di memoria" e siamo nel 1° secolo a.C. Lo stesso Virgilio nella sua opera "Le Bucoliche" affermava nel 38 a.C. che il castagno era presente e che con le foglie si facevano materassi mentre la Castanea era frutto assai pregiato. Nel Medioevo le castagne diventano frutti conosciuti ed apprezzati come testimoniano i manoscritti di moltissimi uomini del tempo. Alla fine del quattrocento, periodo di guerre e di crisi, l'uso della farina di castagne si diffonde ulteriormente, compensando la carenza di cereali. Dal 1500 al 1800 le castagne, ormai conosciute in tutta Europa, assumono un ruolo fondamentale nella storia agraria italiana provvedendo a sfamare le popolazioni di allora. E arriviamo al Novecento dove la castanicoltura si evolve in maniera un po' travagliata. Nella prima metà del secolo continua a mantenere un ruolo strategico per la sopravvivenza di una larga fascia di popolazione della montagna italiana, nella seconda metà, invece, la castanicoltura ha manifestato una notevole crisi determinata da molteplici fattori, in modo particolare ha inciso l'ulteriore sviluppo dell'industria che ha spinto la popolazione di montagna ad abbandonare le campagne e le colture più disagevoli, diminuendo, quindi le cure e le attenzioni verso i castagneti.
LA CASTAGNA - Tradizione e curiosità
Secolo dopo secolo è nata una vera e propria "cultura della castagna" già dalla lavorazione dei terreni fino alla preparazione di cibi e dolci e attorno a questi lavori, a lungo, è ruotata la vita delle varie comunità. Normale quindi che la castagna sia molto presente nella cultura popolare attraverso modi di dire, detti, proverbi e quant'altro.
Curiosità
Le castagne... questo frutto meraviglioso e squisito ....Anticamente prima e dopo il matrimonio si offrivano agli invitati castagne, invece dei confetti di oggi. Anche il giorno dei morti c'era l'usanza di consumare castagne. Si lasciavano, addirittura, sul tavolo della cucina come cibo per i morti, sapete che anticamente c'era la convinzione che specialmente in questo periodo autunnale (Hallowen) gli spiriti dei defunti ritornavano nel mondo dei vivi per fare visita ai parenti. Per la capacità dei suoi frutti di sfamare intere popolazioni montane, il castagno si avvalse del titolo di "albero del pane", Giovanni Pascoli lo definiva, infatti, "l'albero italico del pane".
Le castagne , bollite, arrostite, essiccate, trasformate in farina erano alla base di molte ricette antiche sopravvissute ancora oggi.
La castagna venne nominata, anche, il "cereale che cresce sull'albero", perché molto simile al riso ed al frumento dal punto di vista nutrizionale.
La castagna è considerata ideale per gli sportivi perché contiene zuccheri a lento e graduale rilascio, quindi con una disponibilità di energia durevole nella giornata.
Un'altra curiosità, il castagno più longevo ancora in vita, vive nel parco dell'Etna e secondo gli studiosi avrebbe da 2000 a 4000 anni. E' probabilmente l'albero più antico del mondo.
Modi di dire
1. Avere la castagna (Pronunciare male le parole, come se si avesse una castagna in bocca)
2. Cavare le castagne dal fuoco (Procurare un bene, un vantaggio affrontando una situazione pericolosa)
3. Cogliere in castagna o prendere in castagna o prendere in marrone=errore (sorprendere qualcuno in errore e sul fatto)
Indovinelli o 'nnuminaglie
1. Ppe ririre ha persu i figli
2. Supra nu cozzarieddru ce stà Filice Brante, cc uri cavvuzi sbrachettati e spara cannunate
Proverbi
1. Ppe Santu Martinu castagne e vino
2. Quannu chiove a San Giuvanne, tirituppete e castagne
3. U tiempu de castagne u puorcu rire e ra piecura ciange
4. Ppe Santa Maria a castagna fa ra cria
5. Noci e castagne regali da muntagna
6. A fimmina è cumu a castagna, bella de fore e intra magagna
Chiudo con un'ultima simpatica riflessione su questo frutto:
la sapete la differenza tra castagne e marroni...le castagne cadono in autunno ..i marroni cadono per tutto l'anno!